Al centro della seconda discussione del disegno di legge di conversione del decreto Dignità, tenutasi nella seduta del 31 luglio scorso, ancora il gioco ed il divieto pubblicità: gli emendamenti presentati all’articolo 9 hanno ricevuto il parere negativo sia del governo che dei relatori.
Sestino Giacomoni, di Forza Italia, che aveva già espresso le sue criticità sulle norme riferite al gioco e al divieto di pubblicità, aprendo la discussione, ha affermato che occorre cambiare strada. “L’idea che il gioco patologico si possa contenere vietando la pubblicità di tutti i giochi, è quantomeno discutibile. Onorevoli colleghi, come sapete molte leggi rimangono legate, almeno nel linguaggio corrente, al nome di chi le ha presentate. Questa volta, forse, persino il Ministro Di Maio si è vergognato di dare il proprio nome a questo provvedimento, tant’è che l’ha chiamato ‘decreto Dignità’”.
Giacomoni ha ribadito che il decreto aumenta il costo del lavoro, il contenzioso tra imprese e lavoratori, le espulsioni dal mercato del lavoro; scoraggia inoltre i contratti a tempo determinato e quelli a tempo indeterminato e l’internazionalizzazione delle imprese; avvantaggia i giochi illegali riducendo le entrate per le casse dello Stato e arricchendo invece quelle per la criminalità organizzata.
“Prendete in giro i giovani professionisti e le imprese perché il provvedimento finanzia la decontribuzione e l’abolizione dello split payment con le entrate di quei giochi d’azzardo che lo stesso decreto vorrebbe limitare o cancellare. Senza coperture, quindi, la decontribuzione e l’abrogazione dello split payment resteranno solo sulla carta e non diventeranno mai realtà, come del resto gli altri annunci sul reddito di cittadinanza e sulla flat tax”, ha aggiunto.
Sul pericolo dell’aumento del gioco illegale si è espressa anche Critica Silvia Fregolent del Pd: “Siamo di fronte a un decreto per la disoccupazione e a favore del gioco illegale”.
Giovedì 2 agosto è prevista la votazione finale del provvedimento. Il testo passerà indi al Senato e, in base a quanto stabilito dalla conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama, il provvedimento sarà sottoposto all’esame dell’aula il 6 agosto, per il via libera atteso il giorno successivo.
Nella giornata del 31 luglio scorso, intanto, l’assemblea di Palazzo Madama ha approvato il disegno di legge di conversione del decreto-legge 12 luglio 2018, n. 86 (A.S. n. 648) sul riordino dei ministeri, con 164 voti favorevoli, 98 contrari e tre astenuti. Il provvedimento, passerà all’esame della Camera dei deputati e prevede, inoltre, che sia il ministero delle Politiche agricole ad occuparsi, oltre che di ippica come già avviene, anche di turismo.
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